Proponiamo anche quest’anno agli studenti dei licei il “viaggio educativo”. Riteniamo ancora che la dimensione del viaggio insieme unita all’esperienza della scoperta della nostra Europa costituisca un’occasione preziosa per cogliere i significati profondi della vita, aprirsi alla cultura e sentirsi cittadini del mondo. Siamo anche consci della responsabilità che ci assumiamo e della fiducia che vi chiediamo – insieme al rispetto dei ruoli e delle regole – che in occasioni come queste va ribadito e consolidato.
Di seguito i programmi dei viaggi proposti in questo febbraio 2024 a tutte le classi dei LICEI:
Di seguito i programmi dei viaggi proposti in questo febbraio 2024 a tutte le classi dei LICEI:
Firenze non ha bisogno di presentazione: è una delle città d’arte più importanti dell’Italia e del mondo, scrigno di capolavori assoluti. L’unica difficoltà? Scegliere cosa visitare…
Martedì 13 febbraio – Martedì grasso
ROMA – FIRENZE
Santa Maria del Fiore, campanile di Giotto, Battistero e Palazzo Vecchio
Partenza alle ore 8:25 con treno Alta Velocità per Firenze. Arrivo ore 9.57
Il nostro incontro con la città inizierà dal suo cuore religioso e politico: il complesso della cattedrale di Santa Maria del Fiore e piazza della Signoria dominata da Palazzo Vecchio.
Santa Maria del Fiore, la cui costruzione fu progettata da Arnolfo di Cambio, è la terza chiesa del mondo (dopo San Pietro a Roma, San Paolo a Londra) e la più grande in Europa al momento della sua ultimazione nel ‘400: è lunga 153 metri, larga 90 alla crociera ed alta 90 metri dal pavimento all’apertura della lanterna. Essa, terza e ultima cattedrale fiorentina, fu intitolata nel 1412 a Santa Maria del Fiore con chiara allusione al giglio, simbolo della città. Capolavoro nel capolavoro è la cupola, costituita da due calotte di forma ogivale tra loro collegate, la Cupola ottagonale fu voltata dal 1418 al 1434 secondo il progetto di Filippo Brunelleschi, presentato ad un concorso nel 1418 ed accettato dopo molti contrasti nel 1420.
Un capolavoro capace di resistere ai fulmini, ai terremoti, al passare dei secoli, che oggi incanta chiunque lo osservi da lontano, la Cupola ha un diametro di 45,5 metri.
l Battistero di San Giovanni è una delle più antiche chiese di Firenze, posto di fronte alla Cattedrale della città, la chiesa di Santa Maria del Fiore. A pianta ottagonale, interamente rivestito di lastre di marmo bianco e verde di Prato, il Battistero è coperto da una cupola ad otto spicchi poggiante sulle pareti perimetrali, mascherata all’esterno dall’elevazione delle pareti sopra l’arcata del secondo livello e da un tetto a piramide schiacciata.
Il Campanile di Giotto alto 84.70 metri e largo circa 15 metri è la più eloquente testimonianza dell’architettura gotica fiorentina del Trecento, che pur nello slancio verticale non abbandona il principio della solidità. Presenta dei rafforzi angolari che salgono fino al coronamento a sbalzo orizzontale. Rivestito di marmi bianchi, rossi e verdi come quelli che adornano la Cattedrale, il maestoso campanile a base quadrata è considerato il più bello d’Italia.
Palazzo Vecchio rappresenta la migliore sintesi dell’architettura civile trecentesca cittadina ed è uno dei palazzi civici più conosciuti nel mondo. Chiamato in origine palazzo dei Priori, venne successivamente identificato nel XV secolo come palazzo della Signoria, dal nome dell’organismo principale della Repubblica di Firenze; nel 1540 divenne “palazzo Ducale”, quando il duca Cosimo I de’ Medici ne fece la sua residenza; infine il nome Vecchio lo assunse dopo il 1565 quando la corte del Duca Cosimo si spostò nel “nuovo” Palazzo Pitti. Dal 1865 al 1871 fu sede del Parlamento del Regno d’Italia, mentre oggi ospita il Sindaco di Firenze e vari uffici comunali. Vi si trova inoltre un museo, che permette di visitare le magnifiche sale dove lavorarono, fra gli altri, Agnolo Bronzino, Ghirlandaio, Giorgio Vasari, e dove sono esposte opere di Michelangelo Buonarroti, Donatello, Verrocchio.
Attività: divisi in squadre scopriremo, con giochi e quiz, la storia di questa città da colonia romana a Signoria dei Medici a capitale d’Italia.
Pranzo libero, cena e pernottamento presso la Casa Salesiana
Mercoledì 14 febbraio – San Valentino – Mercoledì delle ceneri
FIRENZE: GALLERIE DEGLI UFFIZI-PONTE VECCHIO-BASILICA DI SANTA CROCE
La nostra giornata comincia con la visita di uno dei maggiori musei del mondo: la Galleria degli Uffizi. Suddivisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, la Galleria ospita alcuni fra i più grandi capolavori dell’umanità realizzati da artisti che vanno da Cimabue a Caravaggio, passando per Giotto, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Mantegna, Tiziano, Parmigianino, Dürer, Rubens, Rembrandt, Canaletto e Botticelli.
Nel pomeriggio dopo esserci affacciati sull’Arno dal Ponte Vecchio, visiteremo la basilica di Santa Croce.
La basilica di Santa Croce, ricostruita per l’ordine francescano nel 1294 da Arnolfo di Cambio, è il luogo di sepoltura dei grandi e potenti di Firenze: Michelangelo, Rossini, Macchiavelli ed il pisano Galileo Galilei, che fu condannato dall’Inquisizione e che, quindi, non poté avere una sepoltura cristiana fino al 1737, ovvero 95 anni dopo la sua morte. Vi è anche un monumento commemorativo a Dante, ma il suo sarcofago è vuoto (è stato sepolto a Ravenna, dopo il suo esilio da Firenze). Santa Croce ospita letteralmente un immenso patrimonio artistico: gli affreschi (1380) di Gaddi nella Cappella Maggiore raccontano la storia della “santa croce”, mentre i bellissimi affreschi di Giotto nelle cappelle dei Bardi e Peruzzi illustrano scene della vita di San Francesco e San Giovanni l’Evangelista. Un insolito rilievo, l’Annunciazione, in pietra serena dorata di Donatello, arricchisce la navata destra della basilica. Vi è anche un monumento commemorativo al drammaturgo del XIX° secolo Giovanni Battista Niccolini a sinistra dell’entrata, che si ritiene sia stato di ispirazione per la Statua della Libertà.
Orienteering letterario: i luoghi che visiteremo saranno raggiunti attraverso un’attività di orienteering letterario/caccia al tesoro. Seguendo Dante Alighieri: dalla basilica di Santa Croce alla chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, fino al Battistero, attraverseremo la città seguendo le orme del Sommo Poeta
Pranzo libero, cena e pernottamento presso la Casa Salesiana
Giovedì 15 febbraio
FIRENZE: GALLERIE DELL’ACCADEMIA, MUSEO GALILEO
Oggi a farci da guida nella scoperta della città sarà il genio di Michelangelo. Racconteremo il suo rapporto, a volte tempestoso, con l’amata Firenze. Visiteremo la Galleria dell’Accademia, dove assoluto protagonista è la statua del David, insieme ai Prigioni.
“Veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche o latine […] con tanta misura e bellezza e con tanta bontà la finí Michel Agnolo.” È così che Vasari descrive l’ammirazione per la scultura considerata fra le più belle mai realizzate dall’umanità. In questo incipit c’è lo stupore mozzafiato di chi osserva da vicino la perfezione di uno dei massimi capolavori di scultura di tutti i tempi.
Nel pomeriggio visiteremo il Museo Galileo, dove parteciperemo ad un laboratorio.
Pranzo libero, cena in ristorante tipico
Venerdì 16 febbraio
FIRENZE: MUSEO DELLE MACCHINE DI LEONARDO
La visita alla scoperta delle straordinarie macchine disegnate da Leonardo da Vinci, sarà seguita da un periodo libero, durante il quale gli studenti potranno sperimentare le macchine funzionanti del museo e partecipare ai laboratori.
Questi ultimi includono la costruzione di un ponte, la realizzazione di una cupola autoportante, partendo da un segmento, la costruzione dello Stomachion e la creazione di vari poliedri.
Pranzo libero, rientro a Roma nel pomeriggio – partenza ore 20.03 – arrivo ore 21.43
ATTIVITA’ E MODALITA’ DELLE VISITE
La modalità didattica usata sarà quella delle “visite giocate”, che privilegia un rapporto interattivo tra la guida e gli studenti, che saranno protagonisti attivi delle attività.
- Trapani
- Segesta
- Selinunte
- Agrigento
- Isola di Mozia
- Mazara del Vallo
- Erice
Lunedì 12 FEBBRAIO
SEGESTA
Appuntamento con il gruppo alle ore 8.40 / Aeroporto di Roma Fiumicino – Terminal 1 / check-in della compagnia ITA Airways. Il volo per Palermo è previsto alle ore 10.45, con arrivo a Palermo alle ore 11.55.
Trasferimento in bus da Palermo a Segesta (56 km).
Segesta, antica rivale elima di Selinunte, ci appare sul monte Barbaro, poco più di 400 metri sul livello del mare, ai cui estremi si collocano solitarie due magnifiche “cattedrali”: il tempio dorico e il teatro, anche se scavi recenti hanno riportato alla luce cospicui resti dell’antica ed estesa città. Il grande tempio si offre solitario nella sua imponenza aristocratica, bellissimo nella sua incompletezza, infatti non fu mai portato a termine.
All’estremità orientale, sulla cima più alta del monte Barbaro il teatro greco: conchiglia sospesa nel vuoto, rivolta verso nord, di fronte al monte Inici e in direzione del golfo di Castellammare, del quale si intravede, nelle giornate terse, l’orizzonte marino, questo gioiello architettonico gode di una posizione impareggiabile.
Successivo trasferimento a Trapani (46 km), cena e pernottamento
Pranzo libero lungo il percorso
Martedì 13 FEBBRAIO
AREA ARCHEOLOGICA DI SELINUNTE-MAZARA DEL VALLO
Trasferimento verso ovest, al confine storico tra il territorio cartaginese e quello greco-siracusano: visiteremo il Museo del Satiro Danzante a Mazara del Vallo e l’area archeologica di Selinunte.
Selinunte, (92 km da Trapani): 270 ettari di rovine su una collina che degrada verso il mare. Enormi colonne cadute su sé stesse, fondamenta solitarie, torri smantellate e resti murari, così Selinunte, famosa per i suoi straordinari templi dorici, mostra allo spettatore affascinato le vestigia della sua passata grandezza.
Selinunte è la più occidentale delle colonie greche di Sicilia, fondata nella metà del VII sec. a.C. Distrutta dai Cartaginesi nel 409 a.C. è stata ricostruita sul promontorio meridionale e cinta di mura che racchiudevano una piccola parte dell’antica città identificata oggi come l’acropoli. Intorno al 250 a.C. gli abitanti furono trasferiti a Lilibeo mentre sul sito rimarrà un piccolo insediamento che dall’età romana giunge sino al medioevo quando abbandonata cominciò a scomparire sotto la sabbia per essere riscoperta nel 1551 da un domenicano che iniziò a cercarla seguendo le indicazioni di Diodoro Siculo.
Selinunte è uno dei parchi archeologici più grandi e importanti di tutto il Mediterraneo. Il sito è diviso in 4 grandi aree: la collina Orientale dove si trovano i templi E, F, G; l’Acropoli, in cui sorgono i templi A, O, B, C, D, la collina di Manuzza, i santuari extraurbani ad ovest del fiume Modione.
La sua posizione “scenografica” di questa incredibile città antica e la sua forte identità architettonica e urbana, concepita sul limite del mare, ha trasformato per secoli l’ambiente circostante
La bellissima statua bronzea del Satiro Danzante, è stata recuperata in mare a largo di Mazara e restituito al pubblico dopo un favoloso restauro.
Secondo alcune interpretazioni si tratterebbe di un satiro o di un sileno. In ogni caso entrambe le figure mitologiche vanno collegate a Dionisio e alla sua corte stravagante e chiassosa, un misto di satiri, sileni, ninfe e baccanti. I satiri in particolare, esseri semidivini dei monti e dei boschi, nell’iconografia classica sono subito riconoscibili per le orecchie equine e la presenza sul dorso di una coda. Come in altre rarissime sculture bronzee (Pompei …) il satiro di Mazara probabilmente impugnava con una mano il Tirso, caratteristico bastone adorno di foglie e nastri, e con la sinistra il Kantharos, la coppa di vino, entrambi simboli per eccellenza del culto dionisiaco.
Pranzo libero lungo il percorso, cena e pernottamento a Trapani
Mercoledì 14 FEBBRAIO
AGRIGENTO E LA VALLE DEI TEMPLI – PLANETARIO
Di prima mattina ci sposteremo verso Agrigento per incontrare i suoi maestosi templi (197 km).
La città di Akragas, definita “Città la più bella fra quante son albergo per gli uomini” dal poeta greco Pindaro, è fondata da coloni provenienti in parte da Gela e in parte da Rodi nel 580 a.C. Essa sorge su di un altipiano non lontano dal mare. Fra la metà del VI e la fine del V secolo a.C. la città è oggetto di un fervore edilizio senza uguali, di cui sono testimoni la maggior parte delle vestigia oggi visibili e una poderosa cinta muraria lunga 12 chilometri e accessibile da 9 porte. A partire dalle tirannidi di Falaride e di Terone fino ad arrivare al periodo democratico, dominato dalla figura del filosofo Empedocle, Akragas assume le proporzioni di una grande città stato con più di 200.000 abitanti.
Passeggiando lungo la Via Sacra ammireremo il Tempio di Hera (Giunone), le mura antiche e gli arcosoli bizantini, il Tempio della Concordia, la necropoli paleocristiana, la Villa Aurea, il Tempio di Eracle (Ercole), il Tempio di Zeus (Giove) e il Santuario delle Divinità Ctonie dove si trova il Tempio di Castore e Polluce o Dioscuri.
Nel pomeriggio visita del Planetario di Agrigento, dove, guidati gli ingegneri aerospaziali ci guideranno alla scoperta del cosmo, tra fisica e metafisica.
Pranzo libero lungo il percorso, cena e pernottamento a Trapani
Giovedì 15 FEBBRAIO
MOZIA E LE SALINE DI TRAPANI
Nell’VIII secolo a.C. i Fenici colonizzarono questo particolare territorio che oggi prende il nome di Stagnone, luogo in cui oggi si collocano alcune delle più pittoresche saline trapanesi. Il panorama è stupendo: i mulini a vento che alimentavano le vasche di acqua marina, la distesa di colline di sale rivestite da coppi di terracotta, il mare della riserva naturale e, sullo sfondo, le Isole Egadi. Al centro, l’isoletta un tempo occupata dall’antica MOTYA, un’intera città antica circondata da oltre 2 Km di mura nascosta sotto nemmeno un metro di terra. La storia di un popolo ricco e intraprendente che cadde solo dopo il terribile assedio voluto da Dionigi tiranno di Siracusa nel 397 a.C., la millenaria tradizione religiosa che i Fenici importarono dal Vicino Oriente come il culto della dea madre Astarte e Tanit, oppure la brutale ritualità del sacrificio dei primogeniti all’interno di un’area sacra ancora per molti aspetti misteriosa, il Tophet, sono alcuni dei temi di cui parleremo passeggiando tra i resti archeologici dell’isola.
Il reperto più famoso rinvenuto a Mozia, isola fenicia, è una statua greca, conservata nelle sale del Museo Whitaker.
La scultura del “Giovane di Mozia” fu scoperta nel 1979, casualmente come spesso accade in archeologia, durante una campagna di scavo condotta dall’Università di Palermo. Rappresenta un raro esempio di scultura greca originale in stile severo databile alla prima metà del V secolo aC.
Raggiungeremo l’isola in barca, attraverso un lento percorso attraverso la Riserva dello Stagnone.
Pranzo libero a Erice. Successivo trasferimento a Palermo, aeroporto Falcone e Borsellino per il volo in partenza alle ore 19.05. Arrivo previsto a Roma FCO alle ore 20.20.
Un viaggio intenso in cui ripercorrere luoghi legati non solo alla storia della Grecia, ma all’immaginario e alla coscienza collettiva di tutti noi.
Atene è la capitale della più pura tradizione classica, è la patria di Pericle e di Socrate, è la città dove sorge uno dei musei archeologici più importanti al mondo e probabilmente il monumento antico più famoso in assoluto assieme al Colosseo: il Partenone. Inoltre Atene è stata promotrice di una delle operazioni culturali europee più interessanti e ardite di questi ultimi anni, realizzando un modernissimo museo alle pendici dell’antica Acropoli, un edificio pieno di luce dove fare risaltare tutti i bellissimi reperti rinvenuti dal monumento simbolo della classicità e della democrazia occidentale. Corinto, Delfi, Micene, Epidauro… luoghi che evocano storie di dei e di eroi, in onore dei quali gli orgogliosi abitanti dell’Ellade hanno eretto monumenti che, sfidando i secoli, ne hanno reso eterna la memoria e l’onore. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così.
Pericle – Discorso agli Ateniesi, 461 a.C
13 febbraio
ROMA – ATENE
Ore 13:00, appuntamento all’aeroporto di Fiumicino, presso il check-in della compagnia Ita Airways T1, Volo diretto per Atene alle ore 15:40, con arrivo previsto alle ore 18:30. Incontro in aeroporto con l’accompagnatore e trasferimento al ristorante in Plaka per la cena con spettacolo folcloristico. Al termine trasferimento in hotel, sistemazione e pernottamento.
14 febbraio
ATENE: ACROPOLI-AGORA-MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
La giornata sarà dedicata ad Atene: dopo un percorso in pullman introduttivo alla città, visiteremo l’Acropoli, una delle aree archeologiche più importanti al mondo, dominata dal Partenone, tempio dedicato alla vergine “parthenos” Atena, dopo la grande vittoria sull’impero persiano, simbolo della città, ma anche della democrazia che proprio nell’Atene dell’età di Pericle venne concepita. Scenderemo, quindi, all’Agorà, dove dall’Areopago alla Stoà di Attalo, all’Ephesteion, ci immergeremo nuovamente nell’esperienza della polis ateniese.
Nel pomeriggio visiteremo lo straordinario Museo archeologico nazionale, uno dei musei più importanti del mondo: la grande sala dedicata a Micene e ai suoi ori toglie il fiato.
A Sua Maestà il re Giorgio di Grecia, Atene
Esulto di gioia nell’informare Vostra Maestà che ho scoperto le tombe che la tradizione, partendo da Pausania, indica come sepolcri di Agamennone, Cassandra, Eurimedonte e dei loro compagni, tutti uccisi al banchetto da Clitennestra e dal suo amante Egisto. Le tombe sono attorniate da un doppio anello di lastre di pietra parallele che può essere stato eretto solo in onore dei nobili personaggi che ho nominato. Dentro la tomba trovai un ricco tesoro costituito da oggetti arcaici in oro massiccio. Questi basterebbero da soli a riempire un grosso museo che sarebbe la meraviglia del mondo e che nei secoli futuri potrebbe richiamare in Grecia migliaia di visitatori da ogni paese. Poiché solo l’amore del sapere ispira le mie ricerche, naturalmente non avanzo pretese su questo tesoro, che sono realmente felice di offrire intatto alla Grecia. Voglia Dio concedere che esso diventi l’inizio di una grande prosperità per la nazione.
Heinrich Schliemann, Micene 16 novembre 1876
Trasferimento a Patrasso, attraversando il Canale di Corinto.
Pranzo libero, cena e pernottamento a Patrasso
15 febbraio
ARGOLIDE: MICENE, EPIDAURO
Cominciamo a percorrere le strade del Peloponneso, fino ad arrivare a Micene, in un angolo recondito dell’Argolide, in un paesaggio povero e aspro carico di miti tragici.In un remotissimo passato questo deserto di rocce e sterpeti ospitò gli albori di una delle fasi più vitali della storia dell’umanità: la civiltà ellenica. Nel II secolo d.C. Pausania, visitando le rovine di Micene, era ancora in grado di riconoscere le tombe degli antichi eroi, e di darne una dettagliata descrizione. Furono appunto le sue notizie a guidare Schliemann quando, dopo il ritrovamento di Troia, diede inizio alle campagne di scavi nel sito della città di Agamennone; ed egli ritenne di avere scoperto la sepoltura del grande re quando trovò uno scheletro gigantesco con il volto coperto da una splendida maschera d’oro, che ora costituisce il reperto più insigne del settore miceneo nel Museo Archeologico di Atene.
«Quando salimmo a Micene per la prima volta io e mio fratello, due anni fa, era un pomeriggio d’agosto, ardentissimo. Tutta la pianura d’Argo, dietro di noi, era un lago di fiamma. Le montagne erano fulve e selvagge come leonesse. Salivamo a piedi, in silenzio, attoniti, quasi senza respiro, con gli occhi abbacinati… vedendolo appressarsi io non potevo difendermi da uno sbigottimento istintivo, come se quelle forme misteriose rinnovellassero in me il terrore che m’avevano inspirato gli antichi delitti»
Gabriele D’Annunzio, La città morta
Dopo il pranzo libero, ci spostiamo per visitare ancora un insediamento di straordinaria importanza: Epidauro, luogo sacro ad Asclepio dio della medicina e il suo meraviglioso teatro, dall’acustica straordinaria. Nel museo incontreremo le tracce lasciate dai desideri di guarigione dei pellegrini, raccontate dai loro ex-voto.
Asclepio aveva esercitato la medicina tra gli uomini durante la sua vita terrena, poiché egli fu un uomo prima di essere assunto fra gli dei. A Epidauro sorgeva il più rinomato fra i suoi molti santuari, che furono il modello più antico di ospedali e centri di cura. Pausania ci descrive gli edifici e le opere d’arte che ornavano il suo santuario, e la sua ammirazione andava soprattutto al teatro che «più di ogni altro al mondo merita di essere visitato».
Si trova nelle immediate vicinanze del santuario, e in effetti la terapia praticata all’insegna di Asclepio includeva, oltre alle cure mediche, anche l’esercizio del corpo e della mente: bagni, ginnastica, gare atletiche, prove di enigmistica, esibizioni di retori, concorsi poetici e musicali, e appunto l’esperienza emotiva e razionale del teatro. Il grande teatro di Epidauro è stato realizzato nel 350 a.C.
Pranzo libero, cena e pernottamento a Patrasso
16 febbraio
DELFI: IN ASCOLTO DELL’ORACOLO
Nella prima mattinata partiremo per Delfi, nella Focide, nell’antichità conosciuta anche come ombelico del mondo, sede del più importante e venerato oracolo del dio Apollo, assieme a Dydyma. Visiteremo il luogo dove la Pizia rivelava l’oracolo del Dio, il teatro e lo stadio, in cui ogni quattro anni si svolgevano i giochi pitici che seguivano di tre anni l’Olimpiade e prendevano il nome dalla sacerdotessa di Apollo.
Centro abitato già in età micenea (XI-X secolo a.C.), Delfi mostra le prime tracce di un culto legato alla dea Terra (Gea) e al serpente Pitone a partire dall’VIII secolo a. C. Successivamente subentra al culto di Gea quello del dio Apollo, detto Pizio, ossia vincitore di Pitone. Il culto si caratterizza per la richiesta di vaticini alla sacerdotessa di Apollo, la Pizia, che emetteva i responsi al centro del santuario, seduta su un tripode, dopo essere entrata in trance respirando il vapore che fuoriusciva da una fessura della terra. La tradizione vuole che Zeus avesse indicato il luogo di fondazione del santuario nel punto in cui due aquile, fatte volare da lui, fossero atterrate insieme. Questo punto identificava Delfi come il centro del mondo. I vaticini della Pizia erano spesso ambigui e oscuri, come quello dato al re di Lidia Creso.
Pranzo libero. Cena e pernottamento a Patrasso. Dopo cena escursione a Patrasso in bus
17 febbraio
PATRASSO E CORINTO
La nostra giornata comincerà con la visita di Patrasso e della chiesa di Sant’Andrea.
Ci sposteremo a Corinto per la visita dell’area archeologica, per poi raggiungere l’aeroporto di Atene.
Volo di ritorno alle ore 19:25, arrivo previsto a Roma Fiumicino alle ore 20:35.
Pranzo libero
Valencia è una città orgogliosamente spagnola ma con una sua distinta personalità, in cui tradizione e innovazione si tengono la mano, in cui una caratteristica e suggestiva Città Vecchia fa da contraltare alla futuristica Città delle Arti e della Scienza progettata dall’architetto di fama internazionale Santiago Calatrava, originario di Valencia. Città de Las Fallas, di Santiago Calatrava e della paella, vivace e affascinante, è una città tutta da scoprire! Visitare la Comunitat Valènciana è come sperimentare un viaggio nel tempo. Ti trasporta indietro nei secoli per esplorare quelli che in passato furono teatri di scontri, intrighi, battaglie e imprese epiche. Il suo territorio è caratterizzato da una molteplicità di paesaggi naturali, in cui ondulate colline degradano verso lunghe spiagge di sabbia bianca, e di città ricche di storia, in cui è forte l’impronta di una famiglia che nel XV secolo legò la sua storia a quella di Roma e dell’Italia: i Borja.
20 febbraio
ROMA – VALENCIA
Appuntamento da stabilire all’aeroporto. Volo diretto per Valencia o Malaga. Trasferimento a Valencia in albergo, sistemazione nelle camere e cena. Dopo cena passeggiata by night nel centro storico della città.
21 febbraio
VALENCIA DELLA TRADIZIONE : LA CIUTAT VELLA
La nostra giornata sarà dedicata a Valencia e al suo centro storico: la Lonja de la seda, il Mercado central, la Cattedrale, l’Ivam, il Palacio de Benicarló, sede attuale delle Cortes Valencianas. Entreremo in città attraverso le torri de Cerranos, costruite a partire dal 1392 da Pere Balaguer, come costruzione di difesa di uno degli accessi più trafficati dell’antica Valencia. Il cuore della città è la Cattedrale dedicata a Giacomo I e all’Assunzione di Santa Maria, luogo in cui si mescolano storia e arte. Costruita su un antico tempio romano che fu poi convertito in moschea, in essa predomina lo stile gotico, anche se conserva numerosi elementi di epoche diverse, dal romanico al barocco. I lavori dell’attuale pianta sono iniziati nel XIII secolo. Nel XV secolo fu costruita la Sala Capitolare, (oggi Cappella del Santo Calice), la cupola, il Miguelete e la porta degli Apostoli. Notevoli sono anche la Porta di ferro barocca e la porta romanica di Palau o Almoina. Di particolare interesse è una coppa romana in agata che secondo alcuni rappresenta il Santo Graal, la coppa da cui bevve Gesù durante l’Ultima Cena. La tradizione vuole che, dopo l’ultima cena, San Pietro la portò a Roma e i papi che gli succedettero la tennero lì fino a San Sisto II. Questi mandò la reliquia a Huesca e durante l’invasione musulmana il calice fu nascosto nei Pirenei e fu Alfonso il Magnanimo che portò la reliquia reale nel palazzo di Valencia. Oggi è visibile nella Cappella del Santo Calice. Un altro dei gioielli della Cattedrale sono gli affreschi rinascimentali dell’Altare Maggiore della Cattedrale di Valencia, che sono stati riscoperti dieci anni fa quando la volta barocca che li ricopriva è stata rimossa. I dipinti furono commissionati dal cardinale Rodrigo de Borja, futuro papa Alessandro V, agli artisti italiani Paolo da San Leocadio e Francesco Pagano, che iniziarono i lavori nel 1476. 200 anni dopo furono coperti dalla riforma barocca del presbiterio della cattedrale. Gli affreschi rappresentano dodici angeli che suonano strumenti musicali dell’epoca, una delle più importanti opere pittoriche del primo Rinascimento spagnolo. Sempre nella Cattedrale si trova il Museo, che espone alcuni dipinti di Goya. Non potremmo, poi, non salire sul campanile, il Miguelete. Per raggiungere la cima del campanile è necessario salire 207 gradini, ma lo sforzo vale la pena, poiché si aprirà davanti ai nostri occhi una delle migliori viste aeree della città. Uno dei più bei esempi di architettura gotica civile, La Lonja de la seda è uno splendido palazzo originariamente costruito nel tardo Quattrocento, in un periodo di forte espansione economica e commerciale, per ospitare il mercato della seta e di altre merci. Ammireremo il magnifico Salone delle Colonne (dove venivano stipulati i contratti), la sala del Consolato del Mare (il tribunale mercatile medievale), il Patio degli Aranci e la torre dove venivano rinchiusi i ladri e i mercanti disonesti in attesa dell’arrivo delle autorità che li avrebbero giudicati.
Faremo la nostra pausa pranzo nel coloratissimo e vivace Mercado Central.
Pranzo libero, cena e pernottamento
22 febbraio
TRA TRADIZIONI E NATURA IL PARCO DELL’ALBUFERA
La nostra giornata comincerà al Museo de Las Fallas per poi continuare nel Parco dell’Albufera.
Il grande evento di Valencia è Las Fallas de San José, abbreviate in Las Fallas, una festa popolare di dimensioni epiche diventata ormai un evento di fama internazionale che richiama turisti da tutto il mondo e dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco. Nel corso di una settimana centinaia enormi pupazzi vengono montati, lasciati in mostra nelle vie e piazze della città e infine bruciati in un tripudio di luci, musica e fuochi d’artificio. I pupazzi de las fallas sono rappresentazioni satiriche di personaggi famosi, politici e protagonisti di eventi di attualità: i più impressionanti raggiungono anche 20 metri di altezza e alla loro preparazione i valenciani lavorano per un anno intero. Alla base dei pupazzi ci sono delle figurine chiamate ninots: ogni anno un solo ninot, scelto per votazione popolare, viene risparmiato alle fiamme ed entra di diritto nel Museo Fallero, un originalissimo museo la cui collezione di ninots rappresenta un affascinante excursus nella storia di questa particolarissima tradizione con cui concluderemo il nostro incontro con Valencia.
Nel pomeriggio visiteremo la riserva naturale del Parco dell’Albufera, dichiarato parco naturale di interesse Nazionale nel 1986 e dal 1991 classificato come area protetta, ha un’estensione di 21000 ettari, nei quali si estende il lago che è circa 2800 ettari. Un percorso emozionante, che si concluderà con un suggestivo giro in barca sul lago.
Rientro a Valencia, cena e pernottamento
23 febbraio
VALENCIA DELL’INNOVAZIONE: CIUDAT DE LAS CIENCIAS
L’icona di Valencia è la futuristica Città delle Arti e delle Scienze (CAC), un ambiziosissimo complesso architettonico adagiato sul letto del fiume Turia, il cui corso fu volutamente deviato. Questa grandiosa costruzione realizzata tra il tra il 1998 e il 2005 porta la firma dell’architetto Santiago Calatrava, celebre per le sue opere costosissime e per i continui lavori di manutenzione che si rendono necessari. Non fa eccezione il CAC e i soldi spesi sono ancora oggetto di appassionate discussioni tra i valenciani. La costruzione di questo complesso è stata certamente ben spesa perché ha proiettato Valencia nell’Olimpo dell’architettura contemporanea.
All’interno di questo complesso, disposti lungo un percorso di circa 2 km, visiteremo: l’Oceanogràfic, il più grande acquario d’Europa, all’interno del quale potrete ammirare 45.000 esseri viventi appartenenti a 500 specie diverse, il Museo delle Scienze, modernissimo museo interattivo dedicato a tutti gli aspetti relazionati all’evoluzione della vita, della scienza e della tecnologia, l’Hemisfèric, la sala cinematografica e il planetario più grande d’Europa, con due sistemi di proiezione digitale su un grande schermo concavo di 900 metri. Circondata da un laghetto artificiale di 24.000 metri quadri, è l’edificio-simbolo del CAC: la sua forma vuole rappresentare l’occhio umano, scelto come simbolo di conoscenza intesa come visione e osservazione del mondo. Ha una copertura a forma ovoidale lunga oltre 100 metri, all’interno della quale si trova un’immensa sfera che accoglie la sala proiezioni.
Pranzo libero, cena e pernottamento
24 febbraio
VALENCIA : LA CHIESA DI SAN NICOLA E IL BARRIO DEL CARMEN
Per concludere l’esperienza valenciana visiteremo la chiesa di San Nicola, capolavoro del barocco della città, e il barrio del Carmen, attraverso una caccia al tesoro.
Trasferimento in aeroporto. Volo di ritorno.
Pranzo libero
L’Andalusia è veramente una terra estrema, la regione più calda e passionale della penisola Iberica. Da molti definita come “il ponte tra due continenti”, l’Europa e l’Africa, è anche il punto di incontro tra due mari, l’Oceano Atlantico ed il Mediterraneo. Grazie a questa particolare posizione geografica, l’Andalusia ha vissuto l’incessante susseguirsi di culture diverse, che da qui sono entrate in Europa nel corso dei secoli e che le hanno fatto meritare il titolo di “Porta dell’Europa”. È una regione profondamente meridionale, la patria delle case bianche, dei fiori variopinti che coprono i cortili, dei paesini arroccati come in un presepe vivente, ma anche del profumo di agrumi e di olio, e del suono sincopato del flamenco.
La caratteristica principale dell’Andalusia è forse la contraddizione; anche il suo territorio è segnato dalla diversità: le calde valli del Guadalquivir si affiancano ai paesaggi vulcanici del deserto di Tabernas e alle bianche cime della Sierra Nevada.
L’Andalusia è una terra con un fascino senza tempo, per le sue torri dorate, le moschee, le chiese, i giardini fioriti, ma anche grazie alla sua cultura unica ed irripetibile, risultato di un incessante susseguirsi di contrasti e contaminazioni culturali.
13 febbraio
ROMA – SIVIGLIA
Appuntamento alle ore 7:25 presso l’aeroporto di Ciampino. Volo Ryanair da Roma a Siviglia delle ore 9:25. Arrivo previsto a Siviglia alle ore 12:25.
La nostra visita di Siviglia, Patrimonio Mondiale dell’Umanità comincerà dalla sua splendida Cattedrale con il suo campanile detto Giralda, per poi continuare con una passeggiata nella Juderia. Sono tanti gli scorci, i monumenti, le strade, le chiese, gli edifici civili da ammirare in questa città andalusa, che fonde in sé la cultura e l’arte fenicia e romana, araba e cristiana. Siviglia, grazie al fiume navigabile Guadalquivir, per tre secoli rimase il porto principale della Spagna, l’unico autorizzato al commercio con le colonie, pur non essendo dislocata direttamente sul mare. Con la scoperta delle Americhe Siviglia fu la città dove si stabilì la Casa de Contratación, un organismo commerciale che deteneva il monopolio dei rapporti economici con le colonie americane. Le enormi ricchezze che furono accumulate in questo periodo fecero di Siviglia la città più ricca e cosmopolita della Spagna, e della Spagna il paese più potente d’Europa. Nel secolo d’oro, il Siglo de Oro, il ‘500, fu fondata l’Università e la città arrivò a contare circa 150 mila abitanti. Il Barrio de Santa Cruz, anche chiamato la Juderia, è uno dei quartieri più pittoreschi e famosi di Siviglia. È la zona della città che più di tutte ha mantenuto la sua struttura moresca. In seguito all’espulsione degli arabi, qui si installò la comunità ebraica, una delle più grandi di Spagna, ai tempi di Ferdinando III. Il quartiere è un dedalo di viuzze strette e tranquille sulle quali si affacciano splendide abitazioni con facciate bianche e ocra ricoperte da edere e fiori. Nel XV secolo furono costruite diverse piazze che si aprono in mezzo al labirinto di vie. Pranzo libero, cena e pernottamento a Siviglia
14 febbraio SIVIGLIA
Una giornata ancora alla scoperta di Siviglia: i Reales Alcazares e la Plaza de España.
I Reales Alcázares (le fortezze reali) vengono chiamati così, al plurale, perché costituiscono un insieme architettonico che va dal primo Alcázar arabo (al-Qasr, = il palazzo) ai successivi ampliamenti di cortili e palazzi che furono costruiti dai monarchi successivi. Oltre alle stupende sale, stanze e cortili dei palazzi ci sono anche dei magnifici giardini che sono un bell’esempio di un’arte in cui gli andalusi sono grandi maestri.
La Plaza de España di Siviglia è una piazza, costruita seguendo lo stile dell’architettura neo-moresca, situata all’interno del Parco di María Luisa. La piazza è a forma semicircolare, (ben 170 metri di diametro), e rappresenta l’abbraccio della Spagna e delle sue antiche colonie; guarda verso il fiume Guadalquivir e simboleggia la strada da seguire per l’America. La piazza è decorata in mattoni a vista, marmo e ceramica, che danno un tocco rinascimentale e barocco alle sue torri. Il canale che attraversa la piazza è attraversato da quattro ponti che rappresentano i quattro antichi regni di Spagna. Appoggiata alle pareti si trova una serie di panche e di ornamenti in ceramica che formano degli spazi che alludono alle quarantotto province spagnole (sono collocate in ordine alfabetico); su di esse sono rappresentate delle mappe, dei mosaici raffiguranti eventi storici e gli stemmi di 48 capoluoghi di provincia (tranne Siviglia, le città africane di Ceuta e Melilla, e le provincie delle Canarie qui considerato come intero arcipelago).
Pranzo libero, cena e pernottamento a Siviglia
15 febbraio
CORDOBA
Lasciamo Siviglia e ci dirigiamo verso Cordoba, a cui dedicheremo la giornata: visiteremo la splendida Mezquita, la moschea poi trasformata in cattedrale e la Sinagoga.
La moschea-cattedrale di Cordoba è un edificio unico nella regione per sovrapposizione di stili architettonici diversi, ereditati nel corso dei secoli durante le varie dominazioni. La Grande Moschea (o Mezquita) di forma rettangolare cinta da un alto muro, attualmente Cattedrale di Cordoba, è il più importante monumento musulmano di Spagna. La sua costruzione ebbe inizio nel 785 d.C. sotto il regno di Abd al-Rahmān I sopra la pianta della Basilica di San Vincenzo, poi ampliata da Abd al-Rahmān II e trasformata da San Ferdinando nel 1236 in una Cattedrale, con l’aggiunta di una monumentale torre campanaria. L’originale unione della struttura architettonica ed artistica tipica della Moschea con quella della Cattedrale, senza soluzioni di continuità, genera un effetto architettonico strano ed impressionante, che l’ha resa famosa in tutto il mondo.
La Sinagoga di Cordoba è un antico tempio situato a metà del calle Judíos (via degli Ebrei), ma è poco evidente all’esterno per via dell’accesso non immediato sulla strada. L’ingresso, infatti, è preceduto da uno stretto cortile che conduce a un vestibolo seguito immediatamente dalla sala di preghiera. La sala, di pianta quadrata, è coperta da un soffitto a cassettoni che raggiunge un’altezza di 6 metri. L’iscrizione sulla parete a est riporta l’anno 5075 del calendario ebraico, corrispondente al 1315 del calendario cristiano, come data di costruzione. L’edifico è ispirato all’architettura mudejar tipica di questa regione della Spagna, che visse molte influenze culturali con il mondo mediorientale. Alla fine della giornata trasferimento a Granada, sistemazione in hotel, cena e pernottamento
16 febbraio
GRANADA
Intera giornata dedicata alla visita di Granada: al complesso dell’Alhambra, dei giardini Generalife
Durante il dominio arabo, Granada è stata una delle maggiori città commerciali per lo scambio di pietre preziose, pelli, armi e polveri da sparo. Alcuni di questi oggetti venivano anche dall’Estremo Oriente, come la Cina e la Mongolia, anche se i primi importatori di oggetti provenienti da questi territori, furono gli antichi romani, nel loro periodo di grande prosperità. I Nasridi trasformarono la loro capitale in uno dei centri più brillanti dell’intera Penisola Iberica, tanto sotto il profilo economico e sociale quanto sotto quello prettamente culturale.
Alhambra in arabo è “al-Ḥamrā'” (la Rossa), dal momento che il suo nome intero era Qalʿat al-ḥamrāʾ (Cittadella rossa)- L’Alhambra di Granada è conosciuta in tutto il mondo come uno dei monumenti più belli che siano stati costruiti dall’uomo ed è considerata il gioiello dell’arte nazarí. L’insieme di Alambra, Generalife e quartiere dell’Albayzín di Granada è stato dichiarato nel 1984 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
17 febbraio
GRANADA
Granada fu l’ultimo reame ad essere “riconquistato” dai cristiani che, per un lungo periodo, le consentirono di sopravvivere, sia pure in uno stato di sostanziale infeudamento, alla corona di Castiglia, fino a quando, nel 1492, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona costrinsero alla resa e all’esilio l’ultimo Sultano Abū ’Abd Allāh (il “Boabdil” delle cronache cristiane dell’epoca). A testimoniare il legame tra i Cattolicissimi Re e la città, Ferdinando ed Isabella vollero essere sepolti a Granada, dove ancora oggi riposano le loro spoglie, nella Capilla Real.
Dalla collina dell’Albaycin godremo di un’ultima vista sulla città prima di salutarla.
Pranzo libero, partenza per Malaga alle 15:00 volo per Roma alle 18:50
Programmazione e Conduzione / Associazione Culturale Flumen, Piazza Pompei 14 – Roma
Organizzazione tecnica / tour operator “The Partner”, via G.Sommeiller 13 – Roma