Linee Guida

Il piano educativo – pastorale nasce come percorso che concretizza la proposta pastorale annuale della Famiglia salesiana, a partire dalla riflessione sulla pastorale per la Scuola della Chiesa italiana:

“La Chiesa ha a cuore la scuola perché la riconosce come ambiente importante per la formazione della persona e per la qualità umana della società. Per questo essa intende offrire alla scuola il messaggio umanizzante del Vangelo, un contributo culturale cristianamente ispirato e delle risorse educative che le siano di aiuto per il raggiungimento del proprio fine. Desiderio della comunità ecclesiale è anche quello di contribuire al dibattito sulla scuola, in cui non possono mancare temi salienti quali la centralità dell’educazione e la sua integralità, il diritto alla libertà educativa, l’idea di scuola per la persona e di scuola delle persone come fulcro del progetto educativo, la conoscenza intesa soprattutto come un sapere per la vita, il protagonismo degli studenti, la collaborazione tra scuola e famiglia, la valorizzazione della dimensione religiosa come prospettiva di senso. Contro ogni tentazione di rinuncia alla vocazione educativa, ribadiamo che educare a scuola si può e si deve, secondo le sue specificità”.

(Rif. CEI, “Educare Infinito Presente, La pastorale della Chiesa per la Scuola”)

Il piano si attua in un modello comunitario di educazione secondo lo stile di don Bosco e di madre Mazzarello. Esso tiene conto della Lettura educativa della domanda, degli orientamenti presenti nel PEN, nel PEI e nel PTOF, del documento “Carta d’identità della Scuola Salesiana in Europa” (2010).

Il piano viene steso a partire dagli input provenienti dai Sussidi Nazionali del Movimento Giovanile Salesiano prodotti dalle commissioni di Pastorale Giovanile Salesiana dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice che invitano bambini, adolescenti e giovani a riflettere sulla tematica del significato della presenza di Dio nella propria esistenza e come essa dia e possa dare un senso alla propria vita ed alle sue domande fondamentali.

Ecco la prospettiva che siamo chiamati ad assumere:

si tratta di mostrare che la fede non solo non è irrilevante per l’esperienza, ma anzi la illumina, la interpreta, la orienta e la conduce a un felice compimento. Riuscire a evidenziare questo richiede nella scuola un gran lavoro comunionale e interdisciplinare, perché i bambini e i ragazzi abbiano conferme continue e incrociate che davvero la fede è rilevante per la vita. Ora, se c’è un’istituzione particolarmente adatta a questo compito epocale è proprio la scuola, e la scuola cattolica, in quanto è l’unica realtà che ha o dovrebbe avere gli strumenti critici e pedagogici per affrontare l’impresa.

Nella scuola, tutti possono fare molto. Ogni insegnante, a partire dal proprio punto di vista disciplinare, può mostrare che l’esperienza spinge verso la fede e che la fede illumina l’esperienza. (rif. Quaderni CIOFS Scuola Nazionale, n. 1, Contributo di Don R. Carelli SdB)

Questo impegna sempre di più i docenti, ad essere portatori di bellezza e narratori di speranza, perché la scuola sia un luogo dove essere felici, dove si apprenda la più importante delle competenze, ovvero fare della propria vita un dono.

(rif. Relazione di Don Andrea Andretto in occasione dell’Incontro di inizio anno FIDAE CIOFS – 6 settembre 2021)

 

Attività comuni

Ci saranno attività comuni per tutti gli ordini di scuola ed altre organizzate dai singoli ordini di scuola, con modalità rispondenti all’età dei destinatari.

Le proposte comuni sono:

  • Celebrazione di apertura dell’Anno scolastico
  • Festa del grazie / Maria Ausiliatrice.